Scritto da © Franco Pucci - Ven, 21/10/2016 - 20:46
Non so come possa essere successo
ma il tempo si infilò di soppiatto
tra le pieghe e i recessi del respiro
dilatandolo a dismisura, tant’è vero
che ancora adesso viviamo l’apnea
di una eterna, dolcissima poesia.
Non so se il controllo ci colse in fallo
se il biglietto fosse scaduto o farlocco
so solo che obliammo fermate -e ora-
vacilliamo allo sferragliare della vita.
Ma il viaggio meritava la baldanza
e l’incoscienza di due cuori bambini.
Fu dolce salire su quel tram -allora-
nell’aria le note di un vento di pace
spazzando le incertezze del domani
ti cullavano con splendide utopie.
E il sorriso nel mare dei tuoi occhi
non fu marinaio, ci sostiene tuttora.
No, noi non scendiamo -non ancora-
*a Conny in occasione Del nostro
48° anniversario di matrimonio
ma il tempo si infilò di soppiatto
tra le pieghe e i recessi del respiro
dilatandolo a dismisura, tant’è vero
che ancora adesso viviamo l’apnea
di una eterna, dolcissima poesia.
Non so se il controllo ci colse in fallo
se il biglietto fosse scaduto o farlocco
so solo che obliammo fermate -e ora-
vacilliamo allo sferragliare della vita.
Ma il viaggio meritava la baldanza
e l’incoscienza di due cuori bambini.
Fu dolce salire su quel tram -allora-
nell’aria le note di un vento di pace
spazzando le incertezze del domani
ti cullavano con splendide utopie.
E il sorriso nel mare dei tuoi occhi
non fu marinaio, ci sostiene tuttora.
No, noi non scendiamo -non ancora-
*a Conny in occasione Del nostro
48° anniversario di matrimonio
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