Scritto da © Franco Pucci - Gio, 30/03/2017 - 15:46
Tempo.
Sgattaiola lesto dalle dita
come ladro smaliziato
in una notte senza luna.
Filtra sinuoso dalle nocche
come irresistibile danza
di procace odalisca discinta.
Ancora un sorriso, un respiro
sì, ne godo di soppiatto
lo rubo alla vita, spudorato.
Onirico ora mi attraversa
-la tua schiena tra i papaveri-
è canto per le mie labbra.
È tempo.
Laceri il cielo -mantide golosa-
mentre il mio respiro, ratto
si aggrappa unisono al tuo urlo.
Brandelli d’azzurro tra le dita
-sorridi al nuovo cielo-
il sogno è una vampa rossa.
Furtivo raccolgo papaveri
-ne farò un racconto-
stempero amore tra le nuvole.
Io drogato di tempo -di attimi-
sento i versi pulsare, poi
l’incipit è nei lacerti di cielo.
Opium.
Sgattaiola lesto dalle dita
come ladro smaliziato
in una notte senza luna.
Filtra sinuoso dalle nocche
come irresistibile danza
di procace odalisca discinta.
Ancora un sorriso, un respiro
sì, ne godo di soppiatto
lo rubo alla vita, spudorato.
Onirico ora mi attraversa
-la tua schiena tra i papaveri-
è canto per le mie labbra.
È tempo.
Laceri il cielo -mantide golosa-
mentre il mio respiro, ratto
si aggrappa unisono al tuo urlo.
Brandelli d’azzurro tra le dita
-sorridi al nuovo cielo-
il sogno è una vampa rossa.
Furtivo raccolgo papaveri
-ne farò un racconto-
stempero amore tra le nuvole.
Io drogato di tempo -di attimi-
sento i versi pulsare, poi
l’incipit è nei lacerti di cielo.
Opium.
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