Scritto da © Franco Pucci - Mer, 28/11/2012 - 14:13
Piccolo, tondo come un cece, nero.
Nero, con un occhio rosso sangue.
Girellava freneticamente tra le dita
e attendeva il conforto di una zolla.
Fagocitato dall’eterna inquietudine
arzigogolo alibi d’insoddisfazione
creando muri e asfaltando terreni
canto l’ineluttabile voglia nomade.
Domani sarà uguale a ieri, pure l’oggi
non trovò pace in nessun luogo. Mai.
Non ho deciso dove piantare il seme
e la macchia rossa sanguinerà le dita.
No, non c’è verso di mutare gli eventi
il piccolo cece nero dalla rubra voglia
mi seguirà ancora nascosto nella tasca
finquando la terra coprirà i miei dubbi.
Farà burle di me, ma sarà troppo tardi
non ci saranno occhi per i suoi germogli
le foglie nero pece picchiettate di rosso
daranno frutti zingari all’alitar dei venti.
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