Scritto da © Franco Pucci - Ven, 23/09/2016 - 12:55
È un cielo lacerato -lassù m’attende-
Sospeso come un Pierrot irrequieto
cerco appiglio tra i seni delle nuvole
mentre l’attesa disegna astri avversi.
Se la tristezza tradisse il tratto felice
avrei ago e refe per suturare la volta
e l’indecisione dietro il mesto sorriso
l’alienerei al suk come burla circense.
Così sento. Così resto. Così scrivo.
Scrivo il passato -immagino il futuro-
occhi oltre la volta catturo Supernova.
Così se fossi Giano aprirei quella porta
che nega serenità alle anime irresolute.
Ma sono un Pierrot dalla lacrima finta
e se della mia maschera il cielo si burla
recito al meglio il tramontar degli anni
beffando l’incerto equinozio d’autunno.
Così coloro la tela riottosa. La vita.
Sospeso come un Pierrot irrequieto
cerco appiglio tra i seni delle nuvole
mentre l’attesa disegna astri avversi.
Se la tristezza tradisse il tratto felice
avrei ago e refe per suturare la volta
e l’indecisione dietro il mesto sorriso
l’alienerei al suk come burla circense.
Così sento. Così resto. Così scrivo.
Scrivo il passato -immagino il futuro-
occhi oltre la volta catturo Supernova.
Così se fossi Giano aprirei quella porta
che nega serenità alle anime irresolute.
Ma sono un Pierrot dalla lacrima finta
e se della mia maschera il cielo si burla
recito al meglio il tramontar degli anni
beffando l’incerto equinozio d’autunno.
Così coloro la tela riottosa. La vita.
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