Ballade du Pierrot Lunaire (poème de doléance) | Poesia | Franco Pucci | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Ballade du Pierrot Lunaire (poème de doléance)

Lascia che io sia per una volta ancora -l’ultima-
la maschera che più mi s’addice e più mi veste.
Lassù hai compagnia, le stelle sfoggian lustrini
e l’amante tuo Sole s’è eclissato rosso d’invidia.
 
La pista è deserta stasera e le tripoline attonite
paion come braccia scheletriche protese al cielo
attendono che il cannone -orbo della sua dama-
erutti fiamme e lapilli come Vulcano ingannato.
 
(la Donna Cannone s’è persa lassù fra le stelle
ora di lamé e lustrini vestita recita a soggetto)
 
Oh, guardiana dei sogni di noi lunatici erranti,
tu che conosci le strade che portano al delirio
ferma questo mio cuore colmo d’un -amor fou-
e guida il mio lamento verso crinali più sereni.
 
Preso da un vento sconosciuto e ammaliatore
ho dedicato versi e ululati -tu mi perdonerai-
colmi d’amore e passione talmente incatenati
che la dama scapigliata accolse con un sorriso.
 
(Eolo s’è chetato, più non trasporta il mio dire
e la dama è oramai una flebile brezza gentile)
 
Lascia ordunque che io sia il Pierrot Lunaire
che declama alle stelle la sua ultima canzone,
ho colto il verso dimenticato in questa poesia
e lo voglio dedicare a te mia confidente amica.
 
La chanson c’est fini, rien ne va plus.
 
(la Donna Cannone non è più tornata)

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