Scritto da © Franco Pucci - Lun, 15/10/2012 - 14:43
ho la nausea.
sfuggo il monitor. soffoco la tastiera.
L’ultima volta che ti ho visto sedevi
sul ciglio d’una fioriera di cemento
allacciato ai tentacoli di un’edera,
adescato dai fiori della speranza.
Il volto segnato dalle troppe lune
compagne di notti di veglia coatta,
gli occhi riarsi di chi ha raccontato
anni di fantasmi in parole e carta.
Ai piedi, tra frammenti di crisalide,
un paio d’ali di cristallo abbrumato:
“Il mio tempo qui è finito. Tocca a te.”
e tornasti a cercar lune nel bozzolo.
ho la nausea.
gingillo tra le mani la mia fragilità.
al capezzale di questa pagina bianca
ali incrostate d’apatia dileggiano le dita.
[ho un mucchietto di parole inacidite
incastrate tra lo sterno e la giugulare
pencolano come sfilacci di carne frolla]
che me ne faccio di queste false penne
se non posso volare oltre la mia inerzia?
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