Scritto da © Franco Pucci - Gio, 18/06/2015 - 22:19
È difficile
rassomigliarsi allora, e ancora
quando l’ultimo dei tuoi respiri
s’è perso nella sala degli specchi.
Quella macchia lilla laggiù
-delicata voglia di tenerezza-
scolora il cotto dei mattoni
giallo veleno asfalta le vene.
È difficile
riconoscersi allora, e ancora
quando riflesse le ultime piume
le ali ripiegate irridono il volo.
Il rosso-mattone affoga stasera
-anche il rospo gracida nervoso-
è l’attesa del tuono che fagocita
remote paure e timori ancestrali?
(ho risposte disattese)
Non mi rassomiglio, non così.
La Zingara credeva fossi forte
ma no, ho solo guardato dritto
-negli occhi- la vita e la morte.
Poi il tunnel, la volta di specchi
la paura senza ali e senza fiato,
il ratto salta la riva dove fugge?
La Zingara gioca a rimpiattino.
(ho domande impellenti)
Quella tenerezza lilla laggiù
mi guarda e sorride, c’è spazio
nelle tasche insolenti dei jeans
tu lo sai, il glicine non morirà.
Ma il muro è oltre il cancello
il rospo brontola cupo -piano-
mentre piove brucia la lacrima
è lava inattesa, l’età è derisa.
È difficile
rassomigliarsi allora, e ancora
quando l’ultimo dei tuoi respiri
s’è perso nella sala degli specchi.
No, non è facile rassomigliarsi.
Dopo.
rassomigliarsi allora, e ancora
quando l’ultimo dei tuoi respiri
s’è perso nella sala degli specchi.
Quella macchia lilla laggiù
-delicata voglia di tenerezza-
scolora il cotto dei mattoni
giallo veleno asfalta le vene.
È difficile
riconoscersi allora, e ancora
quando riflesse le ultime piume
le ali ripiegate irridono il volo.
Il rosso-mattone affoga stasera
-anche il rospo gracida nervoso-
è l’attesa del tuono che fagocita
remote paure e timori ancestrali?
(ho risposte disattese)
Non mi rassomiglio, non così.
La Zingara credeva fossi forte
ma no, ho solo guardato dritto
-negli occhi- la vita e la morte.
Poi il tunnel, la volta di specchi
la paura senza ali e senza fiato,
il ratto salta la riva dove fugge?
La Zingara gioca a rimpiattino.
(ho domande impellenti)
Quella tenerezza lilla laggiù
mi guarda e sorride, c’è spazio
nelle tasche insolenti dei jeans
tu lo sai, il glicine non morirà.
Ma il muro è oltre il cancello
il rospo brontola cupo -piano-
mentre piove brucia la lacrima
è lava inattesa, l’età è derisa.
È difficile
rassomigliarsi allora, e ancora
quando l’ultimo dei tuoi respiri
s’è perso nella sala degli specchi.
No, non è facile rassomigliarsi.
Dopo.
»
- Blog di Franco Pucci
- 498 letture