Scritto da © FrancescoLosito - Sab, 26/01/2013 - 23:52
Mi sento in un letargo d'anima
la mente si dissolve nello stomaco
ed il ragionare è un po' sbadigliare.
Ricordo il tepore del letto
e quei piccoli bividi podalici
trapuntarmi i piedi
e salire lungo la schiena
ad appiccicarmi sonnacchioso
alle coltri accoglienti.
Quel tè al limone che ho poi trangugiato
m'è sembrato un cerotto liquido
a tappezzarmi le pareti dell'intestino ferito
così come un cartellone pubblicitario abusivo
si distende su un muro ignaro di colla.
Saturno ha stretto i suoi cerchi
attorno alla mia testa
vuota di pensieri
vuota di propositi
ed ora è bello
tra uno sbattito di ciglia e l'altro
invitare la luce a farmi godere
i doni immaginifici del creato.
Il buio che verrà non m'incute paura
e l'interfaccia del vacillare esistenziale
ora s'inumidisce d'un caffè corretto alla sambuca
che osmotico mi trapela nell'intelletto
lasciandolo libero d'involarsi
nell'indifferenza.
Non ho un codice da rispettare
nè una mèta da raggiungere
nè un regolamento da osservare
e trovo nell'esistenza d'un inutile moscone
la ragione d'essere del mio stato sospeso.
Ronzare ronzare
lungo le spirali del destino
aspettando d'essere spiaccicato
dal caso
oppure equipaggiarsi di speranze
nel cantiere del futuro
sperando di costruire
la scivolosa felicità...
Niente di tutto questo
Solo contemplare senza studiare
come arrovellarsi
e non meritarsi la fatica di poter vivere
perchè c'è un'anima che si muove per tutti
e tutti abbiamo indistintamente
un piccolo paradiso cinematico.
Così in questa ipnosi ora mi crogiolo
sperando duri finchè lei vuole
o finquando vorrò io,
giusto il tempo sfuggente di chiedere
al passerotto titubante e grazioso
che davanti mi zompetta timoroso e spaurito
se per lui è più importante sopravvivere....
o volare.
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