Scritto da © FrancescoLosito - Gio, 10/01/2013 - 12:31
Appetito inveterato
coglie i villeggianti
coi calzoni corti
a mostrar le pelose gambe
mentre lor consorti
sculettando ancheggianti
annusano lo spesso odore
dell’arrosto fumoso.
Cuochi a mongolfiera
coi grembiuloni macchiati,
la fronte sudata
al vapòr degli stinchi
dei poveri maiali cotti.
Fisarmoniche incasinate
nell’aere strombazzano
accompagnando il ballo
dei pensionati in pista,
mentre signorinelle procaci
coi lor ragazzotti al guinzaglio
agitano sinuosi corpi
nei corti gonnellini,
lasciando intravedere
i lucidi culetti.
Digestione accelerata
ove il boccone testé ingoiato
nel duodeno spinto a stantuffo
dal turbinio della danza
seguente la pappata.
Alternarsi di pietanze
e vortici tersicorei
aprono la strada
a scoregge dinamitarde.
Decibel da grancassa
i timpani assordano
rendendo inutile
il gentil colloquiare
che lascia il posto
all’urlo casermesco.
Maratona culinaria
a braccetto col nevrotico ballo
coreografato da vino amico.
Si stemperano gli animi
sciogliendosi nel rozzo scherzo
e squagliandosi nel turpiloquio
del falso complimento.
Orchestra di suoni stonati,
sul podio i rutti liberatori,
affastellano l’allegra congrega
dei buontemponi vacanzieri.
Stornelli enumerano le stazioni
delle osterie
sgranate nel rosario
del divertimento.
S’alza la pressione arteriosa
d’un sangue meticcio d’alcool
e la materia una volta grigia
a sputàr cazzate costretta.
Allegrie artificiali
cedono il posto
a cefalee ingravescenti
ed il sonno riparatore
accoccola i pensieri
nel dolce oblio
delle menti.
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