Scritto da © Franca Figliolini - Ven, 09/05/2014 - 08:47
la prima cosa sono le mani, le lunghe dita
sottili, per carezze lievi
quando la notte passavano sulla fronte
sottili, per carezze lievi
quando la notte passavano sulla fronte
piano, per allisciare sogni scapigliati
o raccogliere qualche lacrima accorata.
confesso che questo è il ricordo più forte,
o raccogliere qualche lacrima accorata.
confesso che questo è il ricordo più forte,
l'assenza più ardua. poi c'è il sorriso,
quello che porto anch'io, passo dopo passo
in questo bizzarro gioco d'equilibrio
quello che porto anch'io, passo dopo passo
in questo bizzarro gioco d'equilibrio
dove le nostre solitudini si confondono
intersecando i piani temporali e non so più
di chi sia l'attesa, di chi la speranza.
intersecando i piani temporali e non so più
di chi sia l'attesa, di chi la speranza.
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