Scritto da © Franca Figliolini - Lun, 03/06/2013 - 06:44
ogni parte del corpo m'è estranea
ma duole di un suo dolore sordo
memore di ben altra appartenenza
ma duole di un suo dolore sordo
memore di ben altra appartenenza
guardami, dice lei, il collo proteso
nell'ennesimo tentativo di riaffermare la sua presenza,
patetica figura nell'ombra che la invade
dal fuori al dentro.
è il soffio di dio che da e toglie, dice,
eppure tutto appare fermo,
una bonaccia di immani dimensioni
nella stanza appartata, semibuia
che la reclude e la protegge.
le tende bianche ricadono con precisione
millimetrica, disegnano filigrane incomprensibili
sul pavimento lucido.
nell'ennesimo tentativo di riaffermare la sua presenza,
patetica figura nell'ombra che la invade
dal fuori al dentro.
è il soffio di dio che da e toglie, dice,
eppure tutto appare fermo,
una bonaccia di immani dimensioni
nella stanza appartata, semibuia
che la reclude e la protegge.
le tende bianche ricadono con precisione
millimetrica, disegnano filigrane incomprensibili
sul pavimento lucido.
dal dentro al fuori non trapela il senso
di questo essere fragile, tutto va come
deve andare, sempre.
di questo essere fragile, tutto va come
deve andare, sempre.
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