Scritto da © Franca Figliolini - Mar, 30/10/2012 - 16:54
In questo giorno di azzurra cupezza
pesante di ore contate a minuti,
chicchi sanguigni della melagrana dell'assenza,
tu sei la distanza che mi misura
sempre. Come non stare è questo non volere,
come non esistere. La mia cecità
non conosce compromessi, ahinoi: tutto
è buio. Quando inseguo con la mano
il tuo viso, il tuo sguardo di carne, tutto
è buio. Così, nella reiterazione del gesto
rimandato, rimosso, si costruisce l'inerzia
dell'amore. Perché che io ti ami è vero
indubbiamente. Eppure, di tutta la potenza
di questo verbo, amare, ho scelto quella
nulla, collassata a un punto, sicché non c'è altro
che si possa dire: tutto si chiude, ancora.
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