Scritto da © Amantine Aurore - Sab, 12/02/2011 - 19:35
A me non dispiace di vivere a "Bovino"
[img_assist|nid=12053|title=|desc=|link=popup|align=left|width=130|height=98]Il mio piccolo paesino
Son nato e cresciuto tra boschi di querce e di pini
Ho amato il colore del cielo
Ho giocato sui sassi del vecchio torrente
ormai muto di risi argentini
Nei campi ho toccato la fatica degli avi
ma io sono andato lontano.
Tu, paesino natio,arroccato al campanile ingombrante
tu temi di guardare lontano
Siamo legati ad un solo destino
Con bagagli diversi percorriamo lo stesso cammino
Ancora fatichi i tuoi occhi nell’ombra e temi di incontrare lo sguardo.
La brezza di cieli più ampi, la senti straniera
E pure se solo alzassi lo sguardo troveresti il tuo stesso profilo
riflesso nel campanile lontano
Stranieri
eleviamo barriere di ombre
temiamo di aprire i cancelli.
Arroccati nei nostri cortili
ci affanniamo a gestire lo spiazzo con l'occhio invidioso
di quello lì accanto.
Temiamo rapine, temiamo il confronto
fuggiamo il contatto con alzata di spalle e riso già stolto-
Per me forestiero che pure conosci, di padri e madri, la stirpe
c'e forse il rispetto per l'essere strano,
l'alieno che ha troppo vissuto, che è andato lontano.
Eppure non sai, paesano natio
quanta ricchezza si beve, se
con piedi di terra, guardi lontano.
La madre ha un'unica voce,
siamo figli che hanno perso la strada
Non sai, amico straniero, il segreto che celo
Sull'unico cielo potremmo attaccare i comuni progetti
e dissetare la sete dei figli a venire.
Ma sono straniero e parlo un po' strano
Eppure ti amo
mio paese vicino, mio amico lontano
d'un rimpianto che sta chiuso nell’aria
del paese natio.
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