Scritto da © Franco Pucci - Ven, 15/01/2010 - 22:17
le vene ormai talmente dure e tese
sembrano corde di un vecchio violoncello
accolgono a fiotti dalla flebo mal regolata
un carico d’odio come veleno ghiacciato
sguardi traversi accapponano la pelle
occhi cerulei freddi come cristalli di rocca
il ghiaccio ormai ha lastricato l’anima
e nel petto ibernato muore un cuore nero
così disteso su un sudario sospeso tra fili
passo la vita anelando altre primavere
che la flebo termini il suo sporco lavoro
e il battito del cuore annunci il disgelo
se rimarrà nel sangue tutto quel veleno
il tempo cancellerà il rosso, immemore
occhi di ghiaccio scruteranno la mia vita
e l’odio renderà di nuovo il cuore nero
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