Scritto da © fintipa2 - Gio, 04/07/2013 - 09:44
Che strano, mi sembra di conoscerlo e ancor più strano
Che voglia dire qualcosa
non avrà senso ma continua a riempire calici di viola
-Dove sei stato tutto questo tempo?
-Parli di me?
Ascolto una voce venir fuori dalle spine
Acuta, dura, stizzosa forse
ma di Cardo..
Vorrei non fosse vera, in fondo
E rimettermi gli occhiali persi nella caduta
Sì, ora ricordo, inseguivo una cavalletta
Mi tirava per un piede
Non si era semplicemente posata
E io non credo alle casualità
Dove tutto è presente tutto è in gioco
immortale addirittura
Solo che me ne ero dimenticato
qualcosa nel suo salto ha rallentato il tempo
ed io ho visto le sue ali rosa condurmi al mio di sempre
E’ il cardo a riportarmi nel Deserto,
c’è un albero distante, stessa solitudine per me per lui
il Sole è dove l’ho lasciato, immobile senza l’alba a risvegliarlo
disteso sull’argilla sembra paglia
e dentro
la donnola
si affaccia da una zolla
arguta, sazia
incurva il dorso
raggiunge il suo riparo
di sassi sotto l’ ombra
in alto una poiana
volteggia nel silenzio
e a me accanto il suono vero
impone le sue leggi
e mi strattona
la casualità che tira per le strade
le riempie sempre uguali.
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