Scritto da © ferdinandocelinio - Dom, 16/06/2019 - 15:05
C’era un uomo che sosteneva che il suo cuore fosse morto
e gli angeli ondeggiavano nell’aria marrone
disegnando spettacolari aloni di luce catapultata nel baratro
e alcuni avevano ali bianche, furiose ali bianche che si contrcevano
e altri avevano ali nere e le loro ali lanciavano all’atmosfrera
una tale luce intossicata e acre che l’uomo fu costretto a guardarsi allo specchio
e vedeva grosse verruche pelose crescere sopra la sua pelle venata d’azzurro
e nel pomeriggio caloroso scese una notte dalle sottili lateralità minacciose
ma l’uomo sapeva degli angeli, sapeva che nella paura marrone dell’aria e della catapulta di se stesso
morto, addormentato da ere cosmiche,
paradisiaco come il grembo di quella stessa madre con cui qualche ora prima lui litigò
giaceva qualcosa di inimmaginabile
e lui aprì la porta e cominciò a discendere lungo i gradini che portavano alle intimità di se stesso
e riconobbe che gli angeli ondeggiare in danze sacre e pagane
scoprì che lì in un gradino stava sdraiato Narciso morto e più avanti c’era un drago e uno spadaccino che lottavano
, e vide Dio, lo vide in faccia
nel suo aspetto numinoso e terrificante
e quella sua morte, quella sua discesa negli inferì, fu il messaggero
che lo condusse a scolpire la pietra
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