Non c’è un buco in questo calendario
che non sia di un santo. Vorrei un giorno
mio.
La mattina chiuso al pubblico e la sera
liberata dal buio. Magari un weekend
con porte girevoli, senza cigolii,
in una mattina
vista da nessuno.
Escludo l’ipotesi che la polvere sia
un vanto delle date chiuse.
Apro gli occhi nel mondo
che non c’è più. Non mi manca,
mi mancano i suoi piedi nudi
contro i miei. Mi mancano per camminarlo,
sì.
Mi alzerebbero
come un abbaino.
Sopra il tetto
del mondo scomparso, distenderei
la cianografia di una volta che ricordo.
Allora mi procuro un planning spartano
per vedere all’orizzonte il figlio
che non sono stato: verrebbe nel giorno
inestimabile. Nel planning, trovo la linea
della vita: non aderisce alla mia.
La trovo redatta da una tipografia.
Avrei un carattere diverso,
più leggibile,
ma tutte le grazie lacerate.
Sembra quasi che il fotolito sia
consapevole che tanti tanti santini
non garantiscano qui un piccolo paradiso.
- Blog di ferdigiordano
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