Scritto da © ferdigiordano - Gio, 03/11/2016 - 20:08
Le proiezioni parlano da sole. E raggianti
annunciano che il visto e il mai visto evolvono,
magari in nostra assenza, privi di segni apprezzabili,
ma coraggiosamente a lungo.
Così è il suo volto, questo il pianeta che ti disseta:
così, ampia e impiantata, è la polveriera azzurra
nel largo dio oscuro. Dal principio l’ombra
ha corso breve, poi riferisce lo sviluppo delle altezze,
sulle quali un capitello ionico
– che qui sta come particella surrettizia –
regge la forza del vuoto. Dall’alto
non si vedono cime maestose e, per questo,
se cancelli il colore, everest e sahara sono
sullo stesso piano. I dettagli – che qui stanno
come i più interessanti degli uomini –
appaiono ancora meno degli dei.
Conosco superfici calme che cedono serenità
impedendo alle turbolenze di venire a capo della pelle
e altrettante crespe – che qui stanno come i pioppi
e la loro lanugine –, prima che tutto vada all’aria,
darci oggi il nostro soffio quotidiano.
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