Su questo tavolo girano le mie corbellerie.
Le poggio qui e là, ma sono cervi volanti o talora
diventano gradinate e un’arena si apre davanti.
Una tauromachia sanguigna, perché la pagina
è sedentaria e gode del fiume d’inchiostro
quando scorre copioso nel greto di cellulosa.
Tra le cimase del legno muoiono le più vecchie
le prime che ho scritto, i neon infantili. Fiochi
artifici aurorali.Quelle cui manca la forza
di parlare alla mano. La mano le accartoccia,
poi stacca un lembo, così il trofeo testimonia
che per un verso quella orecchietta anemica
è tutta la poesia rimasta, l'unica senza competenze.
Una sarabanda di bianche figure
testimoniano il nulla come si conserva.
Il computer, però, non fa una piega;
se la facesse, avrei già distrutto
questo saltimbanco luminoso
davvero elettrico.
- Blog di ferdigiordano
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