Scritto da © ferdigiordano - Sab, 29/09/2012 - 08:24
Perdonami col suono del tuo cognome, padre.
Sii misericordioso dove non ti somiglio
e simula ancora una gioia
per il numero della caduta
che dicevi diresti nient’altro
mostra la camminata ora.
Immagino la tua polvere esemplare
dall’infinita secchezza come scomposto di giorni
vertebrati, ossuti. Che siano accaduti o meno
è solo per me
tante cose fuori di testa.
Vedi, mastodonte endemico, appartieni
alle mie vene: ma non aldilà, non altrove.
Sei solo in questa carne e da qui
attraversi il mare. Da qui ogni minuto rema
a te.
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