Scritto da © Fausto Raso - Gio, 02/05/2024 - 19:02
Quel “mezzo” riferito a un femminile non fa una piega sotto il profilo linguistico-grammaticale. E il motivo sta nel fatto che “mezzo” può essere tanto avverbio quanto aggettivo, a differenza di “tutto”, per esempio, che è solo aggettivo; non si può dire, infatti, una donna *tutto nuda (spiace constatare che le grammatiche non trattino sufficientemente l'argomento). Mezzo, dunque, come aggettivo concorda nel genere e nel numero con il sostantivo al quale è preposto: mezza mela; mezzi sigari; mezze pagine; mezzi fogli. Quando, invece, è posposto al sostantivo al quale è unito con una ‘e’ resta invariato in quanto diventa ‘sostantivo’ con il significato di “una metà”: due ore e mezzo, cioè due ore e “una metà” di un’ora; cinque chili e mezzo, vale a dire cinque chili e “una metà” di un chilo. Resta altresì invariato, con valore avverbiale e significato di ‘a metà’, quando (mezzo) è unito a un aggettivo per attenuarne il significato: ragazze ‘mezzo’ matte, cioè matte ‘a metà’; la casa era ‘mezzo’ diroccata, ossia diroccata ‘a metà’; le luci sono ‘mezzo’ spente, spente a metà. “Mezzo nuda”, quindi, rientra perfettamente nella ‘regola’ sopra citata. Nell’uso, però, queste distinzioni non vengono osservate, anche se riteniamo un errore scrivere, per esempio, le “cinque e mezza”, in luogo delle “cinque e mezzo”.
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