Stomacante e stomachevole | Lingua italiana | Fausto Raso | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Stomacante e stomachevole

Si presti attenzione all'uso corretto di questi due aggettivi, anche se sono l'uno sinonimo dell'altro: il primo si adopera, preferibilmente, in senso proprio, il secondo in senso figurato. Nell'uso, tuttavia, prevale il secondo anche in senso proprio*.
Consigliamo, però, a coloro che amano il bel parlare e il bello scrivere di fare dei distinguo, appunto: quel panino era proprio stomacante; la persona che mi hai presentato ha un modo di fare stomachevole.
 
* Una rapida ricerca con Google ha dato, infatti, 15.200 occorrenze per stomacante e 78.300 per stomachevole.
 
PS. A proposito di "distinguo", c'è anche il plurale "distingui", di uso molto raro (ma non per questo errato), come fa notare il Dizionario di Ortografia e di Pronunzia.
http://www.dizionario.rai.it/poplemma.aspx?lid=64269&r=106716
                                             
                                                        *   *   *                 
 
Il verbo “portare” significa – se consultiamo un qualsivoglia vocabolario – “reggere”, “trasportare”, “indossare”, “recare”, “tenere” e simili. Molto spesso, però, per “contaminazione del francese”, si usa come verbo ‘tuttofare’ in luogo di verbi piú appropriati quali, per esempio, “avere”, “sentire”, “dimostrare”, “serbare”, “prestare”, “indurre”: portare odio, portare rispetto, portare pazienza. In buona lingua italiana si dirà: serbare odio, mostrare rispetto, avere pazienza. Si sentono e si leggono anche frasi tipo “portare avanti una rivendicazione”, “portare avanti un discorso”, “portare avanti una lotta”, “portare una strategia” e simili. Sono frasi, queste, non errate ma prive di buon gusto. Il nostro idioma è ricco di altri verbi piú appropriati e piú incisivi atti a esprimere il medesimo concetto, ovviamente caso per caso. Vediamone qualcuno: sviluppare, promuovere, proporre, sostenere, condurre ecc. Nelle frasi su riportate diremo meglio, quindi: sviluppare (non portare avanti) un discorso; seguire (non portare) una strategia; condurre (non portare) una lotta. 
 
                                             *   *  * 
 
Tutti i vocabolari in nostro possesso (anche il “Gabrielli” in rete, ritoccato) dissentono da Aldo Gabrielli, che nel suo “Dizionario Linguistico Moderno” condanna la ‘transitività’ del verbo mancare. Scrive l’insigne linguista: «Mancare, in italiano è sempre intransitivo: “Mancano tre giorni alla partenza”; “È mancata la luce per tutta la notte”; è quindi errato farlo transitivo, come i Francesi, col significato di ‘sbagliare’, ‘fallire’, ‘perdere’, ‘non cogliere’, ‘non riuscire’ e simili; si dice spesso “mancare il colpo”, “mancare un’occasione”, “mancare una lepre”, “mancare lo scopo”, ecc.; sono costrutti modellati sul francese; in buon italiano si dovrà dire: “sbagliare, fallire il colpo”, “perdere un’occasione”, “non colpire una lepre”, “non riuscire allo scopo”. Nel linguaggio giudiziario si ripete lo stesso errore dicendo “omicidio mancato”; si dovrebbe dire “omicidio non commesso, non consumato”, ma l’errore, qui, bisognerebbe cominciare col levarlo dal codice». L’unico vocabolario, se non cadiamo in errore, che come il Gabrielli condanna l’uso transitivo del verbo mancare è il Palazzi, dove possiamo leggere: «M.E. essendo intransitivo è errore usarlo col complemento oggetto; perciò non dirai ‘ mancare il colpo’, ma fallirlo; ‘mancare lo scopo’, ma non riuscire allo scopo; ‘mancare una promessa’, ma venir meno alla promessa, mancare alla promessa ; ‘mancare una speranza’, deluderla. N. trasgredire, diminuire, difettare, fallire, far difetto, scarseggiare, scemare, non frequentare, marinare, disertare, tradire, sbagliare».
 
Noi seguiamo le indicazioni del Gabrielli e del Palazzi. Voi, amici che ci onorate della vostra attenzione, seguite ciò che vi suggerisce la vostra "coscienza linguistica".
 
Dimenticavamo: Il “Dizionario grammaticale” (per il buon uso della lingua italiana) di Vincenzo Ceppellini riporta: «(Mancare) Verbo intransitivo. Quando significa ‘commettere mancanza o sbagliare’ si coniuga con avere; quando invece significa ‘venir meno, morire, spegnersi’ si coniuga con l’ausiliare essere. […] Si noti poi che è scorretto l’uso di questo verbo transitivamente […]».
 
Fausto Raso
 

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