Scritto da © Fausto Raso - Dom, 02/09/2012 - 23:37
Vi siete mai soffermati a riflettere sul motivo per cui la carrozza a due o più cavalli che un tempo serviva per il regolare trasporto di persone da un luogo all’altro si chiama (o chiamava) diligenza? No?! Bene. Allora approfittiamone e viaggiamo assieme, con la fantasia, sulla diligenza che ci condurrà al mare. Durante il percorso, breve, vedremo come è nato il nome di questa vettura che ha sempre un suo intramontabile fascino. Come la grande maggioranza delle parole anche “diligenza” si rifà al padre della nostra lingua: il latino. E dal latino “diligentia”, appunto, è nato il termine italiano con due significati diversi ma strettamente in rapporto tra loro (anche se, per la verità, diligenza nel significato di “vettura” ci è giunto dal francese “diligence”: il francese non è figlio del latino?). Ma andiamo con ordine. Nella prima accezione il termine diligenza ha conservato lo stesso significato che aveva il latino “diligentia”, vale a dire ‘cura’, ‘zelo’, ‘premura’ e perché no? ‘fretta’. In seguito ha assunto anche il significato di “vettura”, “carrozza”. Ma che rapporto intercorre tra diligenza nel significato di ‘premura’ e quello di ‘carrozza’? Un rapporto strettissimo. In Francia, tra il Seicento e il Settecento, si chiamò “carrosse de diligence” un mezzo di trasporto rapido che viaggiasse con la massima ‘premura’ (‘diligence’). Con il trascorrere del tempo, come accade spesso in fatto di lingua, si tralasciò “carrosse de diligence” e restò solo ‘diligence’, donde la nostra “diligenza”.
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Due parole, due, sull’uso di un aggettivo che a nostro modo di vedere molto spesso viene adoperato a sproposito: ‘nutrito’. Questo aggettivo, dunque, è il participio passato del verbo “nutrire” e significa ‘pasciuto’,‘robusto’,‘ben nutrito’ e simili: è un ragazzo ‘nutrito’, cioè pasciuto. Molto spesso si usa, invece, con un significato che non ha: ‘caloroso’, ‘forte’, ‘insistente’, ‘scrosciante’ e simili: la cantante è stata accolta con un ‘nutrito’ applauso. Quest’uso, se non scorretto, ci sembra, per lo meno, ridicolo. Gli applausi possono essere ‘nutriti’, cioè pasciuti, robusti? Certamente no. Chi ama il bel parlare e il bello scrivere ha altri aggettivi che fanno alla bisogna in casi del genere: caloroso, lungo, forte, fragoroso, scrosciante, incessante ecc.
Fausto Raso
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