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Deputatessa
Per il vocabolario Treccani il sostantivo, anche se di uso non comune, non cozzerebbe contro la grammatica italiana:
3. s. m. (f. -a; anche -éssa, non com.) In senso stretto, membro di uno dei due rami del Parlamento italiano, detto appunto Camera dei deputati. L’appellativo è ora esteso anche ai membri del Parlamento europeo (cioè dell’assemblea dell’Unione europea) e, nell’uso com., ai membri dei consigli regionali.
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Secondo il nostro modesto parere cozza, invece, eccome. Perché trasgredisce la legge grammaticale secondo la quale i sostantivi maschili in "-o" nella forma femminile mutano la desinenza in "-a": sarto, sarta; deputato, deputata.
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Da "Viva la grammatica!" di Valeria Della Valle e Giuseppe Patota:
«...Se l'avvocata viene chiamata avvocatessa, la deputata deputatessa e la vigile vigilessa, a quelle parole viene aggiunta una sfumatura ironica o peggiorativa, un sarcasmo col quale si vuole screditare la donna che svolge quella professione ...»
il Treccani, dopo la Crusca, è considerato la massima autorità in campo linguistico, il "Tempio della Lingua" i cui sacerdoti, però, spesso e volentieri bestemmiano. Spero che gli studenti che lo consultano non prendano sempre per oro colato quel che leggono, come "deputatessa", per esempio.
Un cordiale saluto
Sisto
- Blog di Fausto Raso
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