e alle fronde ondeggianti dei platani;
ho interrogato le onde degli oceani
e le multicolori colonie dei coralli.
Sono salito sulle cime dei monti
e ho guardato nel buio profondo dei crepaci;
ho considerato le sguaiate risate delle iene
e i melodiosi canti mattutini dei passeri.
Ho pure indagato il pianto vitale dei neonati
e le urla senza speranza dei moribondi.
Non ho trovato nessuna risposta.
Ho guardato allora dentro di me,
fra le diramazioni neurali del mio cervello
e le innumerevoli curve delle mie arterie;
ho valutato il contorto cammino
che congiunge la mia sapida lingua
all'estremità maleodorante del colon.
Ho rivangato l'erotica sensibilità delle mie dita
e la bramosia possessiva delle mie labbra.
Ho anche contato gli esitanti battiti del mio cuore
e misurato la salsedine acida delle mie lacrime.
Non ho trovato nessuna risposta.
Allora ho spinto l'indagine oltre i confini del pianeta,
laddove il colore non esiste e c'è carenza d'antimateria.
Ho vagato fra ondate gravitazionali e flussi magnetici,
scansato comete puntuali e lambito attraenti buchi neri.
Mi sono perso fra i quasar e le pulsar,
fra stelle appena nate e galassie già morenti.
Ho inseguito sciami di neutrini
e incrociato tracce d’energia oscura.
Infine ho raggiunto l'orlo in espansione del nostro universo,
dopo aver sfiorato la scintilla originale che l'ha creato.
Non ho trovato nessuna risposta,
perché non ve n'è alcuna per chi vuole sapere
ciò che non è dato di sapere.
Poiché, se c'è un Dio, Egli non è soggetto a razionali motivazioni,
e se un Dio non c'è, allora alla casualità non vi sono spiegazioni.
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