Scritto da © Ezio Falcomer - Lun, 15/08/2016 - 07:46
E io trasmigrerò
a Porto Cervo, a primavera,
oppur mi estinguerò
in un nirvana da balera.
Senza piú niente da mangiare,
senza domande metallare,
un po' coatte e borgatare.
a Porto Cervo, a primavera,
oppur mi estinguerò
in un nirvana da balera.
Senza piú niente da mangiare,
senza domande metallare,
un po' coatte e borgatare.
E io trasmigrerò,
psichiatra che mi sai capire,
e mi trasformeró
in villeggiante di Spoon River,
in un'ostetrica di Bevagna,
in un valdese di Angrogna,
in piadina di Romagna.
psichiatra che mi sai capire,
e mi trasformeró
in villeggiante di Spoon River,
in un'ostetrica di Bevagna,
in un valdese di Angrogna,
in piadina di Romagna.
E io trasmigrerò,
Avalokitèsvara mio,
realizzando il Non-Io,
senza più fuoco al sedere,
senza paura di cadere,
intento solo a respirare,
in un dojo di Singapore
Avalokitèsvara mio,
realizzando il Non-Io,
senza più fuoco al sedere,
senza paura di cadere,
intento solo a respirare,
in un dojo di Singapore
E io trasmigrerò
senza complessi e frustrazioni.
Psichiatra mio, mi mangerò
una bella Quattro Stagioni;
e quando avrò tutto digerito,
mi estinguo nel Non-Nato
concludendo con un mojito.
senza complessi e frustrazioni.
Psichiatra mio, mi mangerò
una bella Quattro Stagioni;
e quando avrò tutto digerito,
mi estinguo nel Non-Nato
concludendo con un mojito.
(cfr. Riccardo Cocciante, "Cervo a primavera")
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- Blog di Ezio Falcomer
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