Scritto da © erremmeccì - Sab, 05/09/2015 - 14:08
Non c’è più niente
in quest’alveo disseccato
niente di vivo e pulsante
e luminoso- così almeno
mi pare- e i grappoli di foglie
che già prendono la tinta
amata di settembre
-il suo appressarsi ha il suono
del vento nel vicolo sterrato,
quasi campagna- le foglie, orlate
di giallo, pendule sopra il muro,
non più riescono a spianare la fronte
a piegare l’amarezza delle labbra
in un fugace sorriso.
Scende la sera
calda ancora
troppo
misericordia d’ombre
sulle case e nel vicolo
fra le foglie.
Non c’è più niente
in quest’alveo disseccato
niente di vivo e pulsante
e luminoso- così almeno
mi pare- e i grappoli di foglie
che già prendono la tinta
amata di settembre
-il suo appressarsi ha il suono
del vento nel vicolo sterrato,
quasi campagna- le foglie, orlate
di giallo, pendule sopra il muro,
non più riescono a spianare la fronte
a piegare l’amarezza delle labbra
in un fugace sorriso.
Scende la sera
calda ancora
troppo
misericordia d’ombre
sulle case e nel vicolo
fra le foglie.
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