Scritto da © erremmeccì - Mer, 18/02/2015 - 16:17
Teneri gli occhi
smarriti in un abisso
di bontà nativa
di rabbia, di pena.
Oscurità e vuoto
la noia rode i suoi pensieri,
aggredisce ore
interminabili
e in quel cerchio di ferro
lumi fiochi di gioia
talora baluginano.
Avvitata in spirali senza fine,
persa nel labirinto
di desideri
morti sul nascere,
scorre la sua esistenza
e non riesce a disegnare
orizzonti.
Eppure
teneri sono i suoi occhi,
dolce il canto
che il suo cuore bambino
a volte intona.
smarriti in un abisso
di bontà nativa
di rabbia, di pena.
Oscurità e vuoto
la noia rode i suoi pensieri,
aggredisce ore
interminabili
e in quel cerchio di ferro
lumi fiochi di gioia
talora baluginano.
Avvitata in spirali senza fine,
persa nel labirinto
di desideri
morti sul nascere,
scorre la sua esistenza
e non riesce a disegnare
orizzonti.
Eppure
teneri sono i suoi occhi,
dolce il canto
che il suo cuore bambino
a volte intona.
(Revisione di un testo già pubblicato su RV)
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