Scritto da © erremmeccì - Lun, 03/09/2012 - 14:38
Non ha dormito
forse
quella notte
o forse
si è svegliato
nel riflesso grigio
e sporco
di un’alba come tante,
come era certo
di non volerne più
vedere.
Chissà se si è tolto
gli occhiali (quelli piccoli,
da poeta romantico,
da eroe malinconico)
prima di compiere
il balzo irrevocabile
insensato
verso l’unica meta
che per lui
avesse un senso?
Balena alla mente
talvolta
un’immagine,
che attraversa gli anni
e la selva,
sempre più fitta,
dei ricordi:
dolce era
il suo sguardo lì,
in fondo al tavolo
del ristorante fra i pini
(festa di laurea, giornata
fredda di febbraio) ...
... dolce era il suo sguardo
e già un po’ perso, lontano.
Per così brevi istanti
ha incontrato il mio,
così salde
e dolorose radici
ha messo
nella memoria.
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