Scritto da © erremmeccì - Gio, 14/11/2013 - 16:07
Faccio l’appello delle foglie
eroine tremule
fragili equilibriste,
ancora per poco sui rami
conto
sulla punta delle dita
nuvole e disinganni
-ne riempirò un sacchetto,
lo riporrò fra gli orecchini di granati
e le lettere d’amore-
(oh, la diversa incidenza dell’ombra
sulle facciate delle case…)
un brivido ossidato
percorre i fianchi di alture
scolpite
nella persistenza
del rimpianto.
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