Scritto da © taglioavvenuto - Lun, 16/05/2011 - 21:08
I
Erano così profondi i portici
da non immaginarne
le Cinque nei domani
specchi, messi in fila
i rivi violodorata
stecche metalliche d’ombrello
i salti
Il piede, bruma d’assalto
torniva ceralacche
pozzi, angurie
II
I glicini sfiorano le fronti?
Talvolta la pietà fiorisce gradini di lentiggine
argini distesi, pura
svela il bacio
al sole
ai cunicoli sentieri di salute come,
la luna
agli spigoli in parete
fa abbracciare della corda
i chiodi
III
Dilatazione astrale delle tempie
l’estate,
flessori lunghi delle dita,
l’appoggio ai blocchi, i primi cerchi,
blu riflesso, superati?
Raccontami tu della settima pittura,
dei fuochi, unità ripetitive,
Antonius.
Del vetro
delle sue cornici
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