Scritto da © Enzo53 - Sab, 08/03/2014 - 16:20
In quegli anni
la frescura delle sere estive,
illuminata dal brillio alternato
di milioni di lucciole,
si riverberava nella cucina tradizionale,
nel gaudio intrigante
delle feste di piazza,
nei sapori nostrani
e nell’autentico folclore.
Di quelle feste,
inevitabilmente povere,
rimane il ricordo struggente
delle bancarelle di dolciumi,
simili a scenari
da fuochi d’artificio,
e le grigliate di torcinelli
che spargevano fumo e profumo.
E poi giochi semplici
di ragazzi:
a cove, mazz e p’zzill,
zump e t’r’zump,
u cavallone,
u chierchie,
a voche e l’oss,
u strumml,
riempivano di grida festose
contrade e rioni.
la frescura delle sere estive,
illuminata dal brillio alternato
di milioni di lucciole,
si riverberava nella cucina tradizionale,
nel gaudio intrigante
delle feste di piazza,
nei sapori nostrani
e nell’autentico folclore.
Di quelle feste,
inevitabilmente povere,
rimane il ricordo struggente
delle bancarelle di dolciumi,
simili a scenari
da fuochi d’artificio,
e le grigliate di torcinelli
che spargevano fumo e profumo.
E poi giochi semplici
di ragazzi:
a cove, mazz e p’zzill,
zump e t’r’zump,
u cavallone,
u chierchie,
a voche e l’oss,
u strumml,
riempivano di grida festose
contrade e rioni.
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