Scritto da © Eleonora Callegari - Ven, 13/01/2017 - 18:07
Si fonde il vetro
nella fornace del tramonto
si posa sull'ombra
e disfa in acquerelli di rosa
scivolano lenti inchiostri
nell'acque indache
gondole, cigni neri
nel canale tremulo
sgrana l'oro la luce
crea palazzi di cristallo
poi migra e di soppiatto
sbuca dai portici
cammina sulle pietre antiche
filtra sui ponti
dalle mute volte
in collane colorate
si stende sulle rive.
Tra le altane sui tetti
posa la sera la sua ala
e mira al di là dei rossi
la morgana d'argento
delle cupole, l'eminenza del campanile...
E poi giù tra le calli
ialini illuminati di perle
di maschere che attendono
volti festosi cui cedere
l'ornato di piume e lustrini...
Nella grande piazza cinta
dalle procuratie gocciolanti
lumi dorati
colombi nottambuli sfoggiano
grigie marsine becchettando
l'ultima cena.
Un filo leggero di nebbia
passo di dama, avvolge
l'opale dei lampioni
evolvendo in magie d'aria
e dilegua nell'onde scure
trascinando un manto di parole
inutili a tanta bellezza.
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