Scritto da © Falcone - Ven, 29/04/2011 - 18:38
E ancora, ancora ancora
è qui il tempo tuo,
a fianco e dentro il senso vago
dell’inseguirci ad occhi chiusi,
correre e svoltare l’angolo
di quei tanti ieri,
prima delle ore di quest’ oggi…
Ma ormai è grigia la strada.
Come l’età,
come la pelle che una volta
era pelle di noi due
due corpi e poi uno solo
a scivolare d’estasi
nell’ingordigia di vivere e rivivere,
amare e farsi amare…
Ora la tua vita è solo osmosi mia,
come questo giardino senza rose
sconvolto groviglio e rovi
ma che ancora vedo con la fantasia
rigoglioso e giallo,
verde prigione di quella lieve brezza
dei nostri pomeriggi eterni di poesia…
Ma poi le mani,
queste aperte mani guardo
e le vedo vuote: non ti sentono più!
Stanno inerti lì all’elettrico tremore
della mia confusione d’anima
e non nelle carezze di ciò che fu…
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