Scritto da © Francesco Paolo - Lun, 04/10/2010 - 18:12
Ubriaco d’aria affollata di chiasso per l’intero giorno, cerco l’appoggio per non perdermi e chiudo porte e finestre per ritrovare solo me stesso. Nell’angolo del silenzio ricompongo il mio pensiero sfilacciato e puntello con un chiodo la lancetta dell’orologio al muro, eludo anche la luce e mi adagio sul soffice manto della quiete per cercare finalmente l’ambita pace.
Dormiveglia: dolce pesca di parole in quest’attimo! Beato è guardare dentro il mio sconosciuto, libertà di lasciarmi cullare il capo ad occhi chiusi, unire e dividere circolari segni allungati con l’imbuto di me stesso invenzione d’inchiostro.
Ed ecco che un semplice gesto come accendere la luce, si trasforma e spinge la penna all’uso.
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