Scritto da © Franco Pucci - Lun, 31/01/2011 - 04:27
Parole come manette ai polsi di beceri pensieri,
paludate vergini sacrificali in attesa di un rito pagano,
lasciano nere tracce di pece sulle pagine, bianche lenzuola.
Confondono la storia con maestria, mentono con il colore l’insulto.
Avviluppate alle grate dell’anima si vendono, meretrici di false verità,
prezzolate complici dell’amplesso si nutrono di lettere imbevute di veleno.
Mentre la noia, laida maitresse, danza discinta sputando nuove sentenze letali.
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