Scritto da © Franco Pucci - Dom, 27/02/2011 - 16:33
Ditemi perché dovrei fare del mio cuore una pietra
ora che il fiume degli anni ha finalmente sciolto
la corazza artefatta del quotidiano scorrere degli affanni.
Ditemi perché il bianco che incornicia ormai il mio ritratto
debba preludere a una risibile e timida vergogna
ora che anch’io so chiamare per nome i miei sentimenti.
Ditemi allora che anche se la mia voce si è fatta sorda
udite egualmente il mio stridere di gabbiano ferito
che grida all’approdo tutto l’amore che aveva tra le ali.
Ditemi perché, ora che mi udite.
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