Scritto da © Bruno Amore - Gio, 23/09/2010 - 14:48
non è ch'io possa tornare
ad esser acino fresco pingue
seppur mai lo fossi stato
e al raspo il picciolo riattaccare
al sole crogiolarmi e dolce maturare
rinascere e sperare labbra morbide
addolcire, colorare
o diventato mosto fermentare
ed essere vino e folle inebriare :
la mia stagione ristagna come nebbia
i frutti racconti son finiti con la trebbia.
la nodosa scelta vite che mi fece, è morta
resta il segno nelle vene nell'anima e
nei sogni che mi diede non ritorna.
pure il forte tutore che la sostenne
si spezzò, in tempo per lasciarmi
un graffio nel cuore che mi stringe ancora
mentre è ormai stinto il colore dell'aurora.
sicché non resta che vinaccia strizza
buona per dare - se distillata - neanche troppa
la testa o la coda di modesta grappa.
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