“Capitolo 39/60. La passante”
Dove l’Edippater degusta plum cake farcito di crema di pistacchio e con glassa al cioccolato bianco sulla piazza dei Ventimiglia a Castelbuono e, a sontuosa passante di composite fattezze arabo-normanne e di sode e tornite morbidezze rubensiane, mentalmente rivolge feudale e trobadorico omaggio in monoverso quinario: “pezzo di gnocca”.
“Capitolo 40/60. Caffè coniugali”
Dove si racconta che il nostro Che ha instaurato ormai un sostanziale rapporto coniugale bigamico con Vandala e Mefista, cuoche e cameriere del Locus. Poligamia priva però del solo formale elemento della consumazione carnale. Ciò apporta il fondamentale vantaggio di avere un caffè gratis e su richiesta a qualsiasi ora del giorno e ovunque (tavolo, amaca eccetera, fatta esclusa camera da letto), più altre piccole ma privilegiate attenzioni. Inoltre, l’assenza di consumazione carnale permette la facile risoluzione dei due matrimoni, sia per la Sacra Rota cattolica che per i Dottori dell’Università del Cairo, ottimo viatico alla conservazione dei buoni rapporti con il movimento dei Fratelli Musulmani.
“Capitolo 41/60. Show Must Go On”
Dove si ha una sensazionale notizia per il mondo dello spettacolo. L’Eroe picaresco viene cooptato dai due educatori e animatori, Eulalia e Gioele, nell’organizzazione dello spettacolo finale del soggiorno nel Locus. Il nostro Picaro dovrà tradurre nei confini di un Rai Tre Educationl la sua sfaccettata poetica registica, che si muove indubitabilmente tra le influenze di Strehler, Ronconi, Kubrick, De Palma, Ridley Scott e Tarantino. Nello Show, genitori e figli saranno spettatori e attori insieme. Eulalia, Gioele e il Picaro pianificano sceneggiature, canovacci, improvvisazioni con varianti e materiali scenografici. Il delirio egotico del Nostro è controllato e sedato dal tempestivo impiego di tranquillanti e antipsicotici.
“Capitolo 42/60. Trans Politica”
Dove il Picaro edipico medita sulla sua definitiva maturazione come figura autorevole/autoritaria di Pater Familias. Si riterrebbe ormai pronto per l’entrata in An se quegli sprovveduti non si fossero ingenuamente compromessi e fusi con i forzitalici di facili costumi e privi di midollo, permissivi, edonisti e craxiani e democristiani insieme. Il Picaro, del resto, vive un momento politicamente drammatico. I suoi storici e più intimi amici, tutti più o meno rifondaroli, lo considerano un eretico sionista, al soldo dell’imperialismo americano, migliorista, revisionista, criptopidiellino. Gli ex-cognati, pidiellini, gli dicono che puzza di sinistrorso da far schifo. Il Picaro dispera sulla possibilità di instaurare un fruttuoso rapporto con l’Onorevole Casini. Ardua la prospettiva di superare i malintesi con gli amici di Forza Nuova e Veneto Naziskin. Che fare? Dio è morto, Marx è morto, Lenin è imbalsamato e non c’è più nemmeno Moana Pozzi. Più serena la posizione della piccola Picara, obamiana della prima ora.
“Capitolo 43/60. Apocalittica”
Dove l’Edippater si perde totalmente nell’estasi contemplativa del Duomo di Cefalù e ripercorre l’intera Bibbia nei favolosi capitelli del Chiostro, fra intatti grifoni, coccodrilli, arpie, arche, adami ed eve, bestie e mostri apocalittici, dragoni e donne rivestite di sole, evangelisti, leoni, tori, aquile, angeli… L’uscita dall’estasi è facilitata dalle improrogabili necessità della Piccola di scofanarsi una brioche al gelato di cioccolato. Il Nostro ripiegherà su una più morigerata granita al caffè con panna, che i nativi descrivono con l’aggettivo di “vastasa” (eccessiva, esagerata… ma in realtà è termine intraducibile).
“Capitolo 44/60. Ratti”
Dove il Che concepisce short post.
Corteggiamento. Il ratto alla ratta: “I tuoi occhi brillano come due topazzi”.
“Capitolo 45/60. Swahili”
Dove, da Turi, capo della Struttura Ricettiva, uomo dai mille mestieri e di lunga esperienza africana, il Nostro apprende che in swahili “mùngu” vuol dire Scimmia, “mungù” vuol dire Dio. Si innescano nella mente del Picaro darwiniane e nietzscheiane riflessioni.
“Capitolo 46/60. Catechismo”
Dove la cristianissima Picara, amatissimo risultato della dispersione genica dell’agnostico Picaro, provoca difficile conversazione sulla fine del mondo. La Piccola riferisce della prossima terribile fine del mondo del 2012, secondo il calendario maya, come da gossip di corridoio in scuola elementare. Il Pater la tranquillizza dicendo che la vera fine del mondo avverrà in data da stabilirsi, e che sarà una figata, in quanto Dio si svelerà agli uomini, Gesù ritornerà, tutti i morti del passato risorgeranno e nessuno morirà più, e tutti saranno per sempre giovani, belli, freschi, in carne, senza la pancia. Il Picaro invia fattura alla Cei richiedendo adeguato compenso per il suo diligente apostolato e per il suo impegno pastorale e catechetico.
“Capitolo 47/60. Tuttifrutti Honolulu”
Dove l’Eroe concepisce goliardico divertissement su geografia politico-culturale italiana.
Sinistra radicale: Lenin-Trotzki-Che Guevara-Madre Teresa che-solo-Stalin-è-stato-cattivo, oouh yeees.
Pd: Ombre Rosse con diligenza catto-post-comunista-parocchial-kennedyana, oouh yeees.
Idv: AntoBatman, il convitato Di Pietro, Italia dei LaVori Forzati, che-solo-io-a-Silvio-lo-faccio-nero, ooouhh yeees.
Lega Nord: Dio Po perdonare, Io no, che ballo una Verde Mironda, ooouhhh yeees.
Pdl: panem et circenses alle plebi televisive, e non bisogna essere troppo Fini, ooouuhh yeeesss.
Beppe Grillo: Sancho Panza y la revolucion cabaret, ouuh yeeeess.
Nessuna Resistenza al CLN: Chiese Lobotomiche Nazionalpopolari, Amici, Grande Fratello, Isola dei Famosi, ouuhh yeeess.
(continua)
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