Diario del Che in Sicilia / 1 | [catpath] | Ezio Falcomer | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Diario del Che in Sicilia / 1

“Capitolo1 di 60. Decollo”
(Agosto, Anno del Signore 2009). Dove si narra rocambolica vicenda picaresca, in cui improbabile Pater Familias, dalle brughiere della padana Northumbria, accompagna figlia Unigenita, scaturita dal Millennium Bug, nella remota terra dei Sicani. Dove si viene inoltre a sapere che il Pater Picaro è affetto da devastanti disturbi anarco-liberali e individualisti e da cronica distrazione, la quale ultima pare geneticamente propagatasi alla piccola Picara.
 
 
“Capitolo 2/60. Ipercinesi”
Dove immediatamente il Che, ovvero il Pater, pianifica la stesura del trattato “Lo zen e l’arte di viaggiare con i figli piccoli”. Stenografa su busta di pane il primo capitolo: “Ipercinesi e taylorismo dei bisogni”. E anche il terzo paragrafo: “Le risposte del pranayama”.
 
 
“Capitolo 3/60. Latitudini”
Dove, di sfuggita, il Nostro rileva quanto le donne del Sud abbiano i chakras ben allineati.
 
 
“Capitolo 4/60. Dialettologia e fonematica afrodisiaca”
Dove l’Eroe medita sulla propria nozione di Sud femminile, concludendo che il suo sentore di Sud parte dalla dorsale appenninica tosco-emiliana, in quanto ritiene che gli accenti gallo-padani abbiano purtroppo minore sex appeal rispetto a quelli dal toscano in giù. Infatti si prese come moglie (ora ex) catanese immigrata al Nord.
 
 
“Capitolo 5/60. Romagna mia”
Dove il Nostro ammette che anche l’accento emiliano e il romagnolo lo sfagiolano, lo incistano, gli fanno sangue, hanno molto goeddu, come dicono in Piemonte. E che adesso non arrivino querele dal Nord Ovest e dal Nord Est, e richieste di bannatura per offese etno-linguistico-razziali ed esilio e radiazione da tutte le blog community apostoliche e romane. Marco Polo, compatriota del Nostro, ha addirittura preferito l’Estremo Oriente, mentre il Che al massimo ha dato qualche timida occhiata in Calabria e in Sicilia, e invece in passato ha avuto amori prematrimoniali rigorosamente sabaudi, e sardi… che facevano parte sempre del Regno di Sardegna… e quindi erano sabaudi a tutti gli effetti. (News accademiche. In questo momento, a cinque mesi dal tour siciliano qui narrato, il Nostro sta approfondendo gli studi di filologia romanza in direzione del castigliano, soggiogato soprattutto dal fascino prepotente y conquistador(a) dell’accento madrileño… uy, que lojura, mi vida…)
 
 
“Capitolo 6/60. Un haiku da cinquanta euro”
Dove il nostro Picaro, spapocchiato su sedia plasticata assai molliccia, simil Schifidol, rossa, taroccata Coca-Cola, alla stazione di C…, produce immortale haiku (“Fibrillazioni / schegge e riarsa luce / mediterranea”). Poi la Ninha reimpone il principio di realtà, riferendo di avere smarrito la banconota da cinquanta euro regalatale, per la promozione, dai peronisti nonni paterni.
 
 
“Capitolo 7/60. Oggetti smarriti”
Dove si fa l’elenco degli oggetti smarriti dai nostri Eroi a sette ore dall’inizio del viaggio: copia di Repubblica, biro nera, confezione di preservativi ritardanti, custodia del Nintendo, collanina con cuoricino in puro argento e banconota da cinquanta euro. La Mater, intervistata al telefono, manifesta contenuta irritazione, fatalistica rassegnazione, stoica apatia, epicurea atarassia, serafico sarcasmo.
 
 
“Capitolo 8/60.  Conigliagione”
Dove il Che, con grande sorpresa, viene a sapere dalla Prole che i conigli si possono catturare facendo il verso delle carote.
(Apprenderà in seguito che  la notizia proviene dal film “Doolittle”)
 
 
“Capitolo 9/60. Indiana Daddy”
Dove il Picaro sperimenta molteplici orgasmi quando l’ereditiera, juventina, lo paragona, benché milanista, a Gigi Buffon e anche a Harrison Ford in una sequenza chiave di “Indiana Jones e il Tempio Maledetto”, caratterizzata dalla presenza incombente di serpenti velenosi, scorpioni neri, ragni antropofagi, civette e altri orribili mostri, che circondano la radura nella giungla in cui Indiana e il piccolo accompagnatore, incuranti, continuano a giocare a carte alla luce del fuoco.
 
 
“Capitolo 10/60. Locus Amoenus”
Dove l’Eroe giunge con la Picara alla Struttura Ricettiva Ecoambientale dove faranno base (d’ora in avanti, il Locus). Il Picaro prende visione del parco naturale, del mare su cui dà la collina, delle varie specie protette; ma soprattutto memorizza la localizzazione esatta di tutte le amache.
 
 
“Capitolo 11/60. Sport preferiti”
Dove il Che si sente un vero mediterraneo. Decide che nel Locus camminerà per nove giorni solo in ciabatte da spiaggia e, meglio, a piedi nudi, su superfici il più possibile piane.
 
 
“Capitolo 12/60. Vita contemplativa”
Dove il Picaro prosegue la riflessione sulla sua indole mediterranea. Nel Locus sarà calmo, lento, rituale, contemplativo; avrà nella mente l’Essere di Parmenide, nel cuore agavi, ginestre e azalee, negli occhi e nelle viscere le carni delle signore.
 
 
(continua)
 

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