Scritto da © Mnemosyne - Lun, 30/07/2012 - 17:54
Quando ha senso riempire dieci minuti di nulla
che già sanno di pelle, di respiro.
Con la gola che attende un bicchiere di vino
inizio ad ansimare, sorridere, avvinghiare.
Farei prima a dire: fammi l’amore.
Ma, in fondo, c’è il tramonto fuori che canta
ed afferro il bicchiere, come fosse un nome.
Accarezzo anfratti umidi,
che già sanno di pelle, di respiro.
Con la gola che attende un bicchiere di vino
inizio ad ansimare, sorridere, avvinghiare.
Farei prima a dire: fammi l’amore.
Ma, in fondo, c’è il tramonto fuori che canta
ed afferro il bicchiere, come fosse un nome.
Accarezzo anfratti umidi,
ricordando soli di un universo nuovo, nato in una stanza;
volti dai sorrisi ampi, persi e ritrovati nei silenzi;
ogni sasso, fessura e collina del tuo paesaggio,
volti dai sorrisi ampi, persi e ritrovati nei silenzi;
ogni sasso, fessura e collina del tuo paesaggio,
quando la pioggia sui vetri pareva saliva,
la stessa che vorrebbe uscire adesso,
a bagnare questo nulla divenuto pieno.
a bagnare questo nulla divenuto pieno.
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