Scritto da © Giuseppina Iannello - Dom, 28/08/2011 - 14:24
Qui Tu solaris lucem
virides et floride
beavi tuarum vitae,
deserte.
virides et floride
beavi tuarum vitae,
deserte.
Tristes videmur, hortus
sine quod Tu defendes
Hibernum esse.
sine quod Tu defendes
Hibernum esse.
Quaesquid?
Vilice homines,
foride rame , tu,
recides omnia.
Flementes, sine nido,
augei videris.
Quidem deserte
esse,
nequis sorrides
Sed confiteor,
solem tibi
refulget.
esse,
nequis sorrides
Sed confiteor,
solem tibi
refulget.
Traduzione
Tu, orticello, che, alla luce del sole,
ti beavi
delle tue verdeggianti, fiorite aiuole,
ora,
sei un deserto.
Ti vedo triste e indifeso;
sembra sia ritornato l'inverno.
Che cosa è accaduto?
“Sono stati dei vili...” (gente rea)
Capisco...
I tuoi floridi rami,
appaiono recisi
vedo gli uccellini
in pianto, senza più
il loro nido.
sembra sia ritornato l'inverno.
Che cosa è accaduto?
“Sono stati dei vili...” (gente rea)
Capisco...
I tuoi floridi rami,
appaiono recisi
vedo gli uccellini
in pianto, senza più
il loro nido.
Ora non sorridi;
sei un deserto.
Ma confido nel sole
e tu, per il tuo amore,
risplenderai.
sei un deserto.
Ma confido nel sole
e tu, per il tuo amore,
risplenderai.
Testo originale composto da me all'età di 7anni. Il testo in alto è la stessa poesia, da me stessa tradotta in latino, ma recentemente.
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