Scritto da © Anonimo - Ven, 15/01/2010 - 13:04
E si torna dagli emuli
andando per responsi agguantati dalle stelle
scritte sui quotidiani - le stampe che appurano quei segni -
unici ad avere il coraggio di ammiccare
dalle pieghe a cappellaccio muratore.
Urlammo, è vero,
per aver temuto il buio senza tregue
e per non aver guardato più a fondo
dalle torri campanarie pur potendo lenti
:siamo ciechi quanto loro - mi dissi -
siamo evanescenti come sul ghiaccio: nessuna traccia di scivolamento,
una guglia! una guglia! una guglia, e: si potesse spigolare altrove!
Cadremmo se, intanto, un orgoglio da fiori
non reggesse al rintuzzo della piantagione.
Ma quale mai sarà il motto di fede
(o sguardo che si possa)
in quel crudo nero e da questo aversi un sicuro che c’è!
un quasi sulla soglia delle ciglia:
l’anima
schiusa per essere colta.
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