Delirio inesplicabile sui due piedi | erotismo V.M. 18 | ferdigiordano | Rosso Venexiano -Sito e blog per scrivere e pubblicare online poesie, racconti / condividere foto e grafica

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Delirio inesplicabile sui due piedi

a
qualsiasi cosa io faccia oggi
un torto
sarà certamente più acuto domani, per
chissà quale ragione.
 
b
sogno di possedere una sciarpa di mani amorevoli e lisce
evidentemente un lusso.
 
c
cala nel canto: una chiaroveggenza di richiami
evoluti a nota del costato, una similitudine
che mette in luce il rumore di cose indistinte
ma esistenti.
 
d
chiara cosa sei! Possiedi la grazia del bacio a parole
nella circoscrizione del rigo, nel metamero del tono
o nella lingua che crea le orecchie
a pagina tua.
 
e
a questo punto le svendite
sono calde. Un manichino è uomo di sconti,
come un dio di polimeri, avido di finzioni. Apparirà
con meccanismi di mago
che ora non ci svela.
 
f
tua la complessità devastata negli anelli; unisci
quello che conosci degli alberi
a Saturno, o altri pianeti del tronco solare,
ma l’intero cosmo è un platano distante
- nidi le stelle dei cammellieri. E’ l’afa
la dorsale del futuro, quando il futuro
non si accontenterà di essere soltanto presente.
 
g
rotondo della Terra: un fanciullo nato con la fame
nel ventre. Il ventre denigra gli umori, gli umori
si asciugano al sole, il sole non incoraggia più i tendini,
i tendini si staccano dalle ossa, le ossa vanno per conto loro
come secchi sterpi, gli sterpi avvampano la morte,
la morte sazia la sua fame nel ventre della terra. Questo è
del bambino nel paese indifferente già di un'africa locale.
 
h
di mento sulle braccia conserte: proteso, il capo è un disonore
della massa-pensiero che per farsi avanti si addormenta sui gomiti.
Di chi ami e s’invola, resta sempre eccetera eccetera
l’ultima impressione - sulla retina, intendo, quel vuoto.
 
i
caro al risveglio, vedo la caduta nello stesso giorno
in cui si sciolgono ali e rotte di grandeur : l’orgoglio
passa tra le nuvole e non vi atterra sopra, ma sotto yet each man
kills the thing he loves.
 
l
o-ok, some with a flattering word, incluse le perifrasi
ti uccide sopravvivendoti. Esilia il nome nella rubrica
del cimitero. Il rossetto che copre il bianco sul cuore
e cancella l’orma, poi tutto è ruggine e viene bene
grattare la notte col rimorso puntuto della tromba
di Chet.
 
m
ostro che abborda il suonatore come il saraceno
più morto ancora. Scimitarre nel
dialetto tronco, aspirato: la ilaha illa lllah; tuonante grido
eliso dalle trentaquattro torri di sangue e razzie.
Mezzelune affilate come cupole rimaste dove epica e bussola
accolgono turisti per le maioliche
di una storia che non li riconosce bene. 
 
n
on line, non planisferio. La martirreneità scoperta e piatta
come un deserto allarga queste terre avvedute
nella disciplina dei santi. Terre in guerra
sbarchi e promesse
e in pace la piéce. La primizia
del pubblico in sala prova, dei privati d’accoglienza.
 
o
mero cantore è il golfo. Largo come le braccia
quando accolgono un torace da viaggio. Un petto
insalubre immesso nell’afa pur di congelare il trasporto
della passione.
La calura attiene alla termica, anzi, impiega
le vele goccia a goccia. Le distilla al largo.
 
p
reso dalla meridiana, il tempo
è lo stretto necessario per consumare i corpi.
 
Q
ualcuno esce dal porto, camminando per poco
è nudo, quindi nell’acquaria è linfa del tronco
quasi affonda l’orizzonte.
 
r
umore di scelte vitali: usare il telefono
per dire addio permette di calpestare a distanza
un prato indifeso.
 
s
onda come l’erba si inarca quando le margherite
deragliano le previsioni petalo a petalo. Cartomanzia
vegetale in disuso: short message stupid.
Come era quel tempo? Chi lo misura?
 
t
remavi a forza di braccia nell’erotico stomp.
Poggiavi la testa nel grembo del letto, fingevi
le mosse di Gemma, esitavi
al futuro che non viene mai,
né si concede ai barbari verdi: gli anni più brevi.
Così stretti da passare presto
così aderenti che persi restano sulla pelle
spore delle bianche ossa, prima che polvere.
 
u
mano che ciondola tra l’essere stato
e l’avrebbe voluto essere.
Porziuncola di tendini assuefatti alla custodia
di una reliquia inespressa. Come l’arto che non prese
il vento o il connubio depredato del desiderio.
 
v
aria da sagrato a segreta l’ultima continenza
che assegna la terra.
 
z  
Yet each man does not die, come spera
ciò che non degenera.
 

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