Il prezzo, sai, è un pò il mare, sembra che ti culli ma poi ti vuole ingoiare.
Il tempo trascorso, il tempo passato, il passato stesso, è un frammento. Un frammento senza capo nè coda. Un frammento destinato a bruciare tutto in una volta. Come una busta di plastica ondeggiata dal vento, ogni cosa ha il suo apice, che può durare magari anche sei anni, però poi, altrettanto lentamente e inaspettatamente, come ha raggiunto pazientamente l'acme cade. Sprofonda leggero cercando di essere quasi indolore, ma poi indolore non è.
Ci si rende conto come tutto ciò che hai avuto è destinato ad essere soppiazzato da un qualcosa di ineluttabile. Però pensandoci ineluttabile non è. E' sempre una questione di priorità, di scelte. E' dolce governare la propria vita attraverso delle scelte, che giuste o sbagliate che siano sono il semplice risultato della propria razionalità o del proprio istinto. Non è affatto dolce, invece, quando la propria vita è dominata da scelte altrui. Scelte che non condividi, scelte che arrivano come una pugnalata al cuore per lasciarti così, in silenzio a farti domande a cui non avrai mai una risposta.
Nulla è per sempre, tutto ciò che viviamo è solo il riflesso di semplici frammenti, che uniti tutti assieme costituiscono una vita.
Quando ci si trova col coltello conficcato tra le scapole, quando il mondo, che per tanto tempo è stato sospeso su di un filo sulla tua testa, ondeggia troppo fino a perdere l'equilibrio ti fracassa la schiena la sensazione che senti non ha parole.
L'unica non risposta che si ha a quelle domande è che doveva finire così. Come un regalo prezioso custodito con ingordigia che inevitabilmente prima o poi si frantuma sul tappeto.
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