Scritto da © fabiomartini - Mer, 23/12/2009 - 22:04
Guardavi le gocce cadere
e l’acqua stagna muoversi appena.
Lei stava seduta cantava
come del cigno l’ultima nenia
la ferita che ti portava lontano.
Il tuo viso stralunato
com’era.
L’involuzione in atto.
La cascata di un cielo di stelle.
La luna che abbaiava al cane…
Insomma:
la confusione sovrana.
Ricordi com’eri?
Come diventato sei?
Come tutto è cambiato?
Così stavi?
Quella paura di non provar più nulla.
Ne il profumo del sogno.
Ne le idee mai abiurate.
Lo sventolio delle poche bandiere.
Quell’amore dei pochi rimasti.
Quel pianto commosso a quel figlio rinato.
Lentamente riedificato.
Poi, la notte non più invasa
ma la vita!
Che tanto e comunque si fugge via…
Condannarli alla fine
quindi
alla fine del cuore.
il marcio che si deve pulire…
E poi tu…
Il sole del secondo mattino
il verde destino...
Il blu cobalto del cielo.
L’incubo scomparso.
L’inquilino scomodo rifiutato.
Il bypass inserito
Il sangue che pompa
Che pompa infinito.
Di nuovo infinito pompa
ossigeno
ossigeno e poi ossigeno ancora.
Infine il mio pugno al cielo…
Indulgente scagliato
con rabbia… ancora una volta
alzato…
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