Scritto da © matris - Dom, 18/03/2012 - 22:20
L'inverno lontano dai miei occhi
nei cristalli luminosi dispersi tra fili d'erba
sciolgono sgelate le voci trafitte e scarne
animate da vischiosi moniti ed anatemi.
Voglie di fragola punteggiano il prato
ricamato nel pacato intercalare d'un punto
di trine candida smorzata dagli inni
tra vie del Signore e la gloria nei cieli.
Oh, Incantata innocenza, svenduta a palmi
sul sagrato d'una maestosa chiesa,
rincorrendo con le albe le notti, sola,
amante la tua fede ancorata tra la siepe
del giardino ed il mondo candido
dei gigli ricamati con cura tra le vene dei polsi,
provati dal pulsare d'un fuoco acceso,
fonte che sgorghi alla luce stille del mio dolore
lo stesso che un giorno mi rubò col tuo cuore, l'anima.
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