Scritto da © ferdigiordano - Gio, 09/08/2012 - 11:58
La strada
passa dallo zoccolo esplode nel cavallo e lo lascia
incolume.
Il cavaliere a mezzaria
aderisce al pastello del cielo pronto ad inghiottire lo scheletro dell’uomo. Costa
un debito d'ossigeno ancora in voga.
E l'animale:
fronte ampia, ricca di passeggi, orecchie razziali e mobili, narici caverne groppa alta
di stagno fuso lui baio madido eseggeta del galoppo.
Fuga in un pensiero d'erba
disteso... Disteso ho detto? No, nevrile e contaggioso, lo volevi.
Torace profondo, di mare, di sposo.
La figura che hai amato
era di corpo altro, non mio, del membro duro o del seme
che crepita sulle foglie, appena pioggia sopra.
Tienimi frenato, tienimi ovunque nel cristallo, ma non trattenermi
se ti viaggio in gola.
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