Scritto da © Manuela Verbasi - Gio, 01/07/2010 - 23:36
ebbro di respiri incisi
d'arcobaleni al centro della gola
fronde di tiglio e odor di pane
di labbra e quiete percepita in un ronzio
Il davanzale riscopre la sera
ruba con gli occhi carezze e le rifrange
tra i verdi
tra i verdi
un’altra notte disegnata dentro
la cascata, il non tempo
fuliggine filata di nube che passa
gemito di marea sulle tue guance
ebbro di respiri incisi
all’inguine e tutt'intorno assorda
d'arcobaleni al centro della gola
fronde di tiglio e odor di pane
follie
di labbra e quiete percepita in un ronzio
azzurri
in cui volare nell'attonito dell’alba
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