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corretto al cognac 4

 
i miei demoni sono false piste, perciò costruisco cucce per gatti e rotolo nelle sconvenienze
faccio cerchi senza grano
prendendo misure con un compasso di fantasia
un angolo di mistero un altro di frastornante meraviglia
perché so fare cerchi
con tutte le speranze del mondo
senza impaurirmi delle solite circostanze di sconfitta
faccio cerchi per spingermi alla salvezza
per non pensarci più per non pensarci affatto
cerchi di tutto
di carta di metallo di plastiche morbide e dure
da mordere come quelle caramelle dai gusti improbabili
che sanno di nostalgia di un passato di pannolini
forse di un talco sempre quello
e di futuro prossimo
da fu eroe
faccio cerchi di cartone
imitando quelle fierezze dei cuori del valentino
che sfidano le intemperie per un bacio mai veramente dato
mai veramente ricevuto
sognato si mentre cercavo sogni come funghi allucinogeni
nelle cascate delle montagne
quelle che non danno più appiglio alle acque che uccidono
cerchi che impazziscono facendomi impazzire
per avermi sacrificato sulle conclusioni
restituendoti finalmente a te
che sai essere unica anche quando decidi di uccidere
non ci fu fuga nei miei giorni
ma nel canto di un deserto disastroso
il nostro deserto senza piante né fiori senza più palpiti
ammetto d’esser fuggito
per ritrovare i cerchi della mia follia quotidiana
quella che vola e corre senza freni
addolorandosi felice per il dolore ritrovato
mentre faccio cerchi nel mio mondo
che è sempre speciale
anche quando è pieno di colpi e di ferite
per questa mia notevole e suprema e dolce malattia
dove
sereno come il vento della primavera
mi sporgo ogni volta dal solito pianeta proibito
ricominciando a ritrovare gli istanti d’una fine complessa
ritrovando ogni fremito
per un arrivo che considero sempre una partenza
 
 

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